venerdì 25 dicembre 2009

Natale nell'ombra


Natale sulla terra (II)

Guardò la strada, vuota, deserta. Fredda. Affrettò i passi, alzò lo sguardo, rimase soltanto a sentire il vuoto glaciale di quel giorno. Come tanti altri, prometteva di non lasciare nulla. Come tanti altri, scivolava via lento.

Aspettò. A lungo. Non senza cadere.

Ad un tratto la luce. La vita iniziò a volteggiare per aria, e non riusciva più a rimanere ferma. I fiocchi di neve cadevano, danzavano, sino a poggiarsi poi su ogni cosa: pensò non dovesse essere poi qualcosa di così brutto. Ed iniziò a vagare con la mente...

...Quando ci siamo incontrati, presi così in mezzo a tutti? Ed il cielo, in quale momento si era squarciato di nubi? Il mio, e il Tuo, i nostri mondi, per una volta uniti ed incrociati, connessi, intrecciati e legati a doppio filo. Arrivato, arrivata, da mille secoli di distanze, da dimensioni insondabili fino a poco tempo prima. Ed ora, qui, vicini, a far implodere...

Il Natale era esploso, lì: quel piccolo pezzo di finito, dilatato sino a tal punto da toccare l'infinito, da diventare a sua volta infinito. In un unico, solo, abbraccio. Intanto, i fiocchi di neve continuavano a volteggiare, per poi appoggiarsi sui cappotti della gente, e seguirli nel loro cammino. Non doveva essere niente male, se ne convinse.

E, si accorse di non aver sentito arrivare il Natale: ma ormai era troppo tardi, perché lo aveva già vissuto da dentro, e nessuno glielo avrebbe più portato via.