sabato 9 febbraio 2008

Vivete di musica, ne vale la pena, sapete?

Rivendico da queste pagine il diritto di tutti di aprire la finestra e cantare a squarciagola la propria canzone preferita, il diritto di tutti di cantare, anche se si è stonati, come sono io: la musica è il centro propulsore delle nostre emozioni, della nostra vita, ogni nota è una vibrazione dell'anima, ogni vibrazione è un momento irripetibile, coglietele!!
Prendiamoci il diritto di cantare fortissimo, di provare emozioni!

Serjs

mercoledì 6 febbraio 2008

Come può il mio amore essere limpido se è la mia nazione che lo inquina?

E così nuove elezioni nel nostro paese ormai martoriato dagli interessi personali...mentre la paura x lo scomparire di una democrazia ormai solo più ipotetica si fa forte, mi viene in aiuto la riflessione di Popper: democrazia che cosa è? Forse governo del popolo? La sua essenza peculiare consiste nel fatto che in essa il popolo ha degli strumenti (non violenti eh!) per allontanare i governanti dalle loro poltrone, nel caso essi si dimostrino ingiusti o disonesti. Ecco qua il vero controllo dei controllori!!
Che poi questo in Italia avvenga è un altro discorso...penso sia venuto il tempo di impugnare questo potere, di rifarlo nostro: tempi bui nel caso che il lato oscuro della forza riprenda in mano le sorti del nostro paese, ma è giunto il momento di dire basta, e di dirlo in modo netto.
L'invito è ad aprire gli occhi, a liberare le coscienze e il pensiero...non è questione di idee politiche, è questione di amare l'onestà e la giustizia, e soprattutto di volerci un po' di bene, non importa a quale colore politico si appartenga...
Serjs
P. S. : post, questo, forse che si discosta dalle intenzioni del forum, però a volte è necessario...rimane sempre lo stesso invito cmq: "non fare di me un idolo, mi brucerò, ecc..."

venerdì 1 febbraio 2008

750'000 anni fa..l'amore?

Torno a scrivere dopo un lungo periodo...e lo faccio discorrendo di amore...ma alla mia maniera certamente...
Che cos'è l'amore? Mai domanda fu tanto abusata nel corso dell'umanità penso: forse è pura presunzione, ma anche molti filosofi se lo sono chiesto, e hanno cercato di dare risposte differenti. Colpiscono, e non possono non farlo, le posizioni di due pilastri del pensiero, quali Platone e Schopenhauer: l'intento è allora quello di esporre in linee generali cosa hanno affermato i due amiconi in materia di sentimenti, per cercare di capirne qualcosa di più...
Le due posizioni sono differenti e guardano all'amore sotto due luci diverse: Platone è certamente più ottimista e luminoso, rispetto al tenebroso e pessimista Arturino.
Ma iniziamo da Schopenhauer: il mondo è dolore, l'esistenza è una sorta di unico istinto e conato di sopravvivenza, tutte le manifestazioni della natura, dalle piante sino al più alto genio dell'umanità, altro non sono che l'esteriorizzazione e l'oggettivazione dell'unica Volontà che pervade l'universo, e che ne è in sostanza l'essenza profonda. Tutto allora tende a sopravvivere, e, nel fare questo, tenta di sopraffare l'altro che si para dinnanzi: il cosmo è dolore, la vita è completo dolore: se il mondo, e con esso ogni suo fenomeno come animali e uomini, è volere, allora esso è desiderare: e il desiderio comporta sempre un inappagamento, una necessità, una mancanza: ossia dolore per quello che manca.
Proprio qui si innesta il discorso sull'amore: l'illusione dell'amore, la falsità di tutti i sentimenti umani, la vanità dei discorsi amorosi. Schopenhauer afferma che tutti i sentimenti provati dagli individui altro non siano che una copertura rispetto alla vera essenza dell'amore, che è di natura istintuale e sessuale. Dietro a tutto c'è l'azione della specie umana, che ha come unico fine quello di perpetuarsi: la vera natura dell'amore è allora sessuale, e l'unico scopo è quello di riprodursi. Gli uomini non sono che burattini nella mani della specie, che li sospinge alla riproduzione, all'accoppiamento sessuale. Tutto quello che gli uomini immaginano dei loro sentimenti altro non è che falsità, tutti i sentimenti sono solo copertura dei più profondi desideri della specie di non interrompersi ma di continuare nel corso dei tempi.
A questo tipo di amore, definiamolo eros, Schopenhauer affianca la cosiddetta pietà: pietà potremmo dire verso gli altri uomini, un sentimento che scaturisce dalla constatazione del dolore provato da chi ci vive accanto: è questo un compatire che ci fa identificare con le sofferenze altrui.
Verrebbe da dire: ma allora?? Tutto qui? Siamo solo esseri che hanno l'unico scopo di accoppiarsi per riprodursi? Beh, in effetti Schopenhauer abbraccia questa tesi in alcuni punti...ma inquieto il mio animo è alla ricerca di altro: vorremmo davvero limitare l'amore a questo? O forse c'è dell'altro? Forse i nostri sentimenti hanno una qualche base meno istintuale e più umana...
Non possiamo non riferirci a Platone per questo: in particolare al Platone del Convito e del Fedro: amore allora come forza insieme soggettiva e cosmica, motore delle vite umane e del movimento dell'universo, amore alla base del cosmo, del tutto. Ma amore solo come forza fisica? No, no di certo: Platone soddisfa il nostro bisogno di non essere solo "macchine da figli". Lontani da Arturino seguiamo Platone...Pausania, uno dei protagonisti del dialogo "Convito", distingue tra due tipi di eros: eros volgare, volto all'amore per i corpi, e eros celeste, che si rivolge alle anime. Ma la riflessione più importante è quella di Aristofane, che interviene con il cosiddetto mito degli androgini: secondo tale mito, gli uomini un tempo erano esseri composti da entrambi i sessi, quello maschile e quello femminile. Nessuna distinzione, nessuna differenza, nessuna bisogno di altro: ognuno bastava a sè stesso ed era felice. Ma gli dei, per punizione, divisero gli uomini in due, e da allora in poi ogni individuo vaga, scisso, alla ricerca della propria metà, alla ricerca della parte che possa completarlo...da qui l'istanza di movimento, di ricerca...
Caratteristica peculiare allora dell'amore è il bisogno, bisogno di qualcosa che manca: l'innamorato si sente mancante, mancante di qualcosa, di una parte di sè, e si muove alla ricerca di questo. Amore, Eros è figlio di Povertà e di Acquisto: sente la mancanza di un qualcosa e si lancia allora alla ricerca di esso.
E allora? L'amore? Istinto sessuale o mancanza di altro, della metà? Personalmente, credo a Platone...
...queste sono le parole di una splendida canzone del Banco del Mutuo Soccorso, che tra le altre cose ha ispirato il titolo di questo mio post...


Già l'acqua inghiotte il sole
ti danza il seno mentre corri a valle
con il tuo branco ai pozzi
le labbra secche vieni a dissetare
Corpo steso dai larghi fianchi
nell'ombra sto, sto qui a vederti
possederti, si possederti... possederti...

Ed io tengo il respiro
se mi vedessi fuggiresti via
e pianto l'unghie in terra
l'argilla rossa mi nasconde il viso
ma vorrei per un momento stringerti a me
qui sul mio petto
ma non posso fuggiresti fuggiresti via da me
io non posso possederti possederti
io non posso fuggiresti
possederti io non posso...
Anche per una volta sola.

Se fossi mia davvero
di gocce d'acqua vestirei il tuo seno
poi sotto i piedi tuoi
veli di vento e foglie stenderei
Corpo chiaro dai larghi fianchi
ti porterei nei verdi campi e danzerei
sotto la luna danzerei con te.

Lo so la mente vuole
ma il labbro inerte non sa dire niente
si è fatto scuro il cielo
già ti allontani resta ancora a bere
mia davvero ah fosse vero
ma chi son io uno scimmione
senza ragione senza ragione senza ragione
uno scimmione fuggiresti fuggiresti
uno scimmione uno scimmione senza ragione
tu fuggiresti, tu fuggiresti...