domenica 11 agosto 2013

Yellow (II)



 

È gialla. L'erba di questo campo, secca d'estate e di caldo. Si sfiora. Al vento che manda a pensare e passa qui in cima. Eran lì. I miei passi, che seguivo impaziente, che correvo affannata. E nessuno, nessuno a salire, nessuno ad aspettare, a salutare e abbracciare. Da sola, seduta qui in cima, a guardarti stupita. Pestato, passato, strappato, quel sentiero. Seduta, bruciata, guardata, quell'erba ingiallita ai colpi del sole.

Ti han bruciato quei raggi, quei mesi, quelle nuvole che andavano e ti promettevano: quando ancora pensavi di essere lontano e, distratto, spegnevi lo sguardo e accendevi le mani, passandole lente lungo i bordi, quando vestivi e aspettavi i miei tempi. -Hai sentito anche tu caderci qualcosa in testa?- -Sì, ma non ci pensare, sarà l'amore di qualcun altro.- Ed era.

Torno qui, dove il giallo che vedo è l'erba che cammino ed appoggio. Son d'estate e fa caldo: caldo mio, caldo di ora, mica un giallo di pioggia.

Questo è un giallo serio.

Tua

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