domenica 29 marzo 2009

Fuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuun


Nel silenzio, all'improvviso, un rumore..che avrebbe dovuto essere familiare, e invece non lo è stato..non sono mai stato abituato a sentirlo..un martedì pomeriggio, un primo pomeriggio assonnato. E il rumore dell'asciugamani elettrico stile phon-attaccato-al-muro-dell'autogrill irrompe nel bagno della biblioteca dove sono solito preparare il mio futuro sui libri. Avrebbe dovuto essere naturale: ma così non è stato..era da quando ero una spaurita matricola che quell'aggeggio non c'era..
...e invece da martedì il mondo è cambiato, e non sono ironico..quel luogo perfetto, intatto, dove ormai ho preso residenza, è stato modificato in una sua parte, piccola quanto vuoi, ma ora diversa..c'è un rumore in più..

..sono uscito, la sera, per andare a prendere il mio treno quotidiano..e uscendo, ho alzato un attimo lo sguardo al cielo..era diverso, pure lì. Attorniato da sensazioni differenti da quelle che ero solito provare, come se fossi stato ribaltato da un mondo all'altro..quel posto era diverso...

Dentro me, era diverso.
Fuori, no. Fuori era sempre uguale.

Gli studenti continuavano a fumare sigarette nel cortile, il mondo portava avanti la sua sterile voglia di esistere, le porte continuavano ad aprirsi al passaggio di umanità differenti. E i colori erano sempre uguali.

Ma dentro no. Per un attimo i colori si erano fatti differenti, vivi, la luce entrava finalmente negli occhi, la vita irrompeva. Per un attimo. Ho sentito il vento sulla pelle. E mi è scappato un sorriso.
Poi ho preso il mio sguardo, e mi sono avviato verso Porta Nuova.
Ma come non avevo mai fatto.

sabato 21 marzo 2009

...Maria Catena...


Maria Catena attendeva paziente il turno per la comunione
Quella domenica Cristo in croce sembrava più addolorato di altri giorni
il vecchio prelato assolveva quel gregge
da più di vent'anni dai soliti peccati
Cristo in croce sembrava alquanto avvilito
dai vizietti di provincia

Primo fra tutti il ricorso sfrenato
al pettegolezzo imburrato infornato e mangiato
quale prelibatezza e meschina delizia per palati volgari
larghe bocche d'amianto fetide come acque stagnanti

Cristo in croce sembrava
più infastidito dalle infamie che dai chiodi

Maria Catena anche tu
conosci quel nodo che stringe la gola
Quel pianto strozzato da rabbia e amarezza
da colpe che infondo non hai
e stai ancora scontando l'ingiusta condanna
nel triste girone della maldicenza

e ti chiedi se più che un dispetto il tuo nome
sia stato un presagio

Maria Catena non seppe reagire
Al rifiuto del parroco di darle l'ostia
E soffocò nel dolor quel mancato amen
E l'umiliazione
Secondo un antico proverbio
ogni menzogna alla lunga diventa verità

Cristo in croce mostrava
un sorriso indulgente e quasi incredulo

Maria Catena anche tu
conosci quel nodo che stringe la gola
Quel pianto strozzato da rabbia e amarezza
Da colpe che infondo non hai
E stai ancora scontanto l'ingiusta condanna
Nel triste girone della maldicenza

E stai ancora scontando l'ingiusta condanna
Nel triste girone della maldicenza
E ti chiedi se più che un dispetto
il tuo nome sia stato un presagio


(Carmen Consoli, Maria Catena)

domenica 1 marzo 2009

Afferrandosi a qualunque sguardo


Anni fa, quando ero ancora piccino ed innocente, entrai a contatto con una donna, forse una delle più grandi che questo nostro sciagurato paese abbia mai avuto: entrai a contatto con le sue parole, i suoi versi, tutti i suoi sentimenti lanciati come inchiostro su carta. Conobbi la sua vita, il suo dolore, la sua Poesia. Mi permetto di lasciare qui pochi dei suoi versi, perché in questo momento mi aiutano, mi stanno vicini, sostenendomi più di quanto essi possano sapere. E soprattutto perché in questo periodo io non so più scrivere, e allora lascio fare a chi di scrivere ne ha fatto un mestiere, forse il più nobile.

Non ho bisogno di denaro.
Ho bisogno di sentimenti,
di parole, di parole scelte sapientemente,
di fiori detti pensieri,
di rose dette presenze,
di sogni che abitino gli alberi,
di canzoni che facciano danzare le statue,
di stelle che mormorino all'orecchio degli amanti.
Ho bisogno di poesia,
questa magia che brucia la pesantezza delle parole,
che risveglia le emozioni e dà colori nuovi.



Alda Merini