domenica 18 ottobre 2009

Ovunque


Fermò l'automobile, lasciò suonare ancora l'ultima traccia del cd..ascoltava con attenzione le note di quella canzone rimbalzare contro i finestrini, per poi andare a sbattere contro i sedili. Ad un tratto la musica finì, e con essa il cd: lui non lasciò il tempo al laser di riposizionarsi nella posizione di partenza, ma estrasse con velocità il supporto dall'autoradio. Era deciso a salire in fretta su in casa, per andare ad infilarsi sotto le coperte e così, rilassato, addormentarsi e svenire in un sogno totale.
Ma non fu possibile: perché la radio lo riportò indietro con i giorni..stavano trasmettendo quel vecchio pezzo, un solo pianoforte a scandire tempo e melodia, nessuna voce.

..tuffare la mano in un sacco di legumi... ...rompere la crosta della creme brulée con la punta del cucchiaino... ...e far rimbalzare i sassi sul canale Saint-Martin...

Già. E non aveva più voglia di alzarsi ed andare a dormire. Avrebbe voluto, per una sera, sentire ancora il caldo sulla pelle e scoppiare di sudore: ma il freddo era arrivato. In pochi giorni, nel giro di alcune ore. Ormai era lì. La festa, quella non c'era più. Nemmeno quella appena passata durante l'ultima serata: era volata, come vola a volte la nostra consapevolezza di essere semplicemente un soffio nell'infinità del cosmo.
Finita come tutte quelle sedie ritirate e messe a posto.
Finita come quei passi che si allontanavano.
Finita come doveva finire.
E, al suo posto, era tornato il reale, con il suo tremendo morso: era arrivato a presentare il conto. A tutti. E non sarebbero stati attimi di gioia. E non sarebbero stati occhi spalancati a cercare chissà cosa. Sarebbe arrivato il blocco. Come il freddo. La voglia di sbattere la testa contro il cuscino, magari per non ricordarsi di essere lì, presenti. E il reale, come sempre aveva fatto, come era suo compito, avrebbe travolto tutto e tutti. I superstiti li avrebbero poi contati dopo, nel caso che di superstiti si potesse parlare.
Non rimaneva niente. Anche la radio ormai si era spenta. Come lui: passò alcuni istanti ad osservarsi, e non si riconobbe. Pensò a tutto, e a quel dolore. Suo, e di altri. Ebbe la voglia di sprofondare lontano, per dimenticare quel male. Pensò, e ripenso, a lungo. Vuoto, misto calore.

Ovunque, in ogni luogo fosse. Lui c'era, era lì. Presente.

Eccomi

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