domenica 25 gennaio 2009

Chevalier de Pas


Fernando Pessoa chiuse gli occhiali e si addormentò; e quelli che scrivevano per lui lo lasciarono solo, finalmente solo. Così la pioggia obliqua di Lisbona lo abbandonò, e finalmente la finì di fingere fogli, di fare male ai fogli...
E la finì di mascherarsi dietro tanti nomi, dimenticando Ophelia per cercare un senso che non c'è. E alla fine dirle: "scusa se ho lasciato le tue mani, ma io dovevo solo scrivere, scrivere e scrivere di me..."

E le lettere d'amore,
le lettere d'amore
fanno solo ridere.
Le lettere d'amore
non sarebbero d'amore
se non facessero ridere.
Anch'io scrivevo un tempo lettere d'amore
anch'io facevo ridere;
le lettere d'amore, quando c'è l'amore,
per forza fanno ridere.

E costruì un delirante universo senza amore, dove tutte le cose hanno stanchezza di esistere, e spalancato dolore. Ma gli sfuggì che il senso delle stelle non è quello di un uomo, e si rivide nella pena di quel brillare inutile, di quel brillare lontano..
E capì tardi che dentro quel negozio di tabaccheria c'era più vita di quanta ce ne fosse in tutta la sua poesia; e che invece di continuare a tormentarsi con un mondo assurdo, basterebbe toccare il corpo di una donna, rispondere a uno sguardo..

E scrivere d'amore, e scrivere d'amore, anche se si fa ridere; anche quando la guardi, anche mentre la perdi, quello che conta è scrivere. E non aver paura, non aver mai paura di essere ridicoli; solo chi non ha scritto mai lettere d'amore fa veramente ridere.

Le lettere d'amore,
le lettere d'amore,
di un amore invisibile;
le lettere d'amore
che avevo cominciato
magari senza accorgermi;
le lettere d'amore
che avevo immaginato,
ma mi facevan ridere
magari fossi in tempo
se avessi ancora il tempo
per potertele scrivere..



(Roberto Vecchioni, Le lettere d'amore)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ottimo, socio! veramente una buona vena ultimamente!

P.S. ti ho linkato finalmente sul mio blog!