giovedì 8 gennaio 2009

Ad ogni passo


Ad ogni pagina, una nuova parola.
Ad ogni passo una palata di neve che se ne va.

Ad ogni pagina, le parole e i concetti sono sempre più pesanti.
Ad ogni passo, nuovi fiocchi di neve a posarsi sul manto.

Che ci facevo in quella stanza, alle tre del pomeriggio, mentre il mondo spalava neve, faceva pupazzi e se ne rideva del mio affannarmi sui libri?
Che ci faccio, ogni giorno, mentre quasi mi ammazzo dallo studio per non-so-che-cosa?
E perché rimanere chiuso in quella stanza, mentre il mondo fuori esce e passeggia per portici affollati?


La neve è scesa, copiosa, quanto mai aveva fatto da quando respiro su questa terra.
Ed ha coperto tutto.
Strade, palazzi, furgoni, auto, vetrine, binari del treno, carte e scontrini gettati via dall'oblìo.

E rimarrà.
Diventerà ghiaccio.
Duro, freddo.
Ricoprirà tutto.
Forse anche te.
Ricoprirà forse quel mio cuore sbavato e bistrattato.
Fino a quando magari la primavera tornerà a fare capolino, portando via con sé tutto il gelo.

Ma ora no.
Silenzio.
Ovattato.
Non si sente.
Nulla.
E' come stare soli al mondo.
Come essere nel pancione della mamma, fermi ad aspettare di nascere.
Fermi.
In attesa.
Ma al freddo.

Ad ogni passo, altra neve spalata.
Tra poco papà salirà su e racconterà.
E non ci sarà più quel rumore raschiante nel cortile.

Ad ogni pagina, un nuovo concetto. Lo imparo. Lo ripeto. Con pazienza.
Non so bene perché. Non so perché rimango chiuso in questa stanza.

E all'improvviso mi accorgo che non ho mai visto così tanta neve.
E non mi sono nemmeno mai sentito così.


Che cosa è successo?

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