domenica 10 gennaio 2010

Dell'inutile, parte prima


I libri pesavano: chili, tonnellate di nozioni completamente inutili. La mano tremava sul foglio, e le gambe, piano piano, incominciavano a non farsi più sentire.
Fu un attimo, e si trovò disteso, scollegato dal resto: non più libri, non più nozioni, non più fogli. Le righe si sovrapponevano, le parole ed i concetti si ingarbugliavano sempre più.

Non capiva.

Si trovò debole, si trovò indifeso: la testa, reclinata all'indietro, le braccia che non riuscivano più a sostenere quel peso. Cadde, lentamente.

"E la mente partiva lontana: lontana da lì, lontana ed altrove. Nevicava, da Siberia quel freddo. Una porta sbattuta, una strada coperta, ghiacciata. E una macchina andare. Qualche fiocco, il cappotto, una strada deserta, quei due sguardi a salutare. -Tanto tempo che aspetti?- -No, non ti preoccupare- Un locale deserto, poca birra alla spina. Così tante parole, così tanto due sguardi: quattro ore, un po' meno. Le parole distanti, le parole vicine, quegli sguardi aggrappati a crepare silenzi. Così tanto in quel poco. Bello, poi, bello. Così tanto. E non poco."

Si riprese, si alzò: era solo svenuto su quel libro. Eran solo ricordi; ma con essi, svaniva anche il resto: sguardi, parole, tutto. Di nuovo,il reale aveva presentato il suo conto, salato. Un conto di no, un conto di arrivederci, di "magari, poi, vedremo". Passate alla cassa, prendetevi il resto.

Riprese la penna, riprese quei fogli: rimise a studiare. Concetti, parole: inutili. Se non eran due sguardi, se non era quel tanto nel poco, era inutile.


Inutile.

Nessun commento: