domenica 3 agosto 2008

Nelle strade e nei giardini si rincorrono bambini condannati a non dormire


Sono notti afose, passeggiate tirate avanti sino a tardi,giravolte nel letto tra lenzuola bianche nel non riuscire a dormire...
...ed in questo insonne viaggio, a volte capita di alzare gli occhi al cielo: rivolgere le nostre speranze a ciò che ci circonda, senza sapere bene che cosa sia, sentirsi piccolo piccolo..
Sono lunghe queste notti estive, avrebbero potuto essere altro, immaginate differenti sotto molti punti di vista: ed invece quasi come ancorati al suolo, incapaci di innalzarsi alle stelle che rimiriamo, ci ritroviamo ancora una volta con in mano un copione già conosciuto e già recitato: quello dell'attesa, con una speranza ancora in mano, ma sempre più diversa, mutata.
Il caldo opprime sensi e sentimenti, il pensiero di una relativa solitudine immerge in un'afa di pensieri pesanti: e il desiderio dell'azione diventa ora ansia per il domani e timore di un'ennesima incapacità.
Solo l'idea di un ipotetico sguardo lascia ancora la speranza di un'allegria da cullare, e questa idea resta salda nella mente, resta salda nel cuore: ore di attesa sfibrante, ore di forza di volontà, ore di solitudine inappagante, ore di sogni mescolati, ore di sorrisi riportati alla memoria...

A quando?

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